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Siamo alle porte del voto referendario costituzionale e ognuno dice e scrive la sua sia sul si che sul no, un interessante articolo sull’Huffington Post, scritto da Ivan Pedretti, segretario generale dello Spi-Cgil leva uno scudo in difesa dei pensionati, considerati incapaci di scegliere e pensare, quasi fossero una categoria amorfa e senza coscienza, come se non sapessero informarsi, vagliare e ponderare la loro scelta; la categoria dei pensionati, non è solo il bancomat personale dello Stato, ma è anche una preziosa risorsa di esperienza e saggezza troppo spesse dimenticate, è una colonna portante in questa Italia così martoriata da problemi sociali che la rendono poco vivibile; in questa società tecnologica e telematica la categoria dei pensionati ha saputo, con fatica ma lo ha fatto, stare al passo con i tempi ed avere il tempo disponibile per informarsi forse di più di quello che si pensi! Ivan Pedretti nel suo articolo ha una lucida e chiara idea sulla libera coscienza dei pensionati e del loro modo di scegliere, secondo le proprie ideologie e valutazioni personali, refrattarie ad ogni compromesso.

COME VOTERANNO AL REFERENDUM I PENSIONATI
IVAN PEDRETTI SEGRETARIO GENERALE SPI-CGIL

Articolo di Ivan Pedretti, segretario generale Spi-Cgil apparso sull’Huffington Post il 5 novembre 2016:

‘Si parla molto in queste ore di come voteranno i pensionati al referendum del 4 dicembre sulla riforma costituzionale.

Più di qualcuno sostiene che il governo si sarebbe “ingraziato” questa categoria stanziando delle risorse importanti sulle pensioni nella legge di bilancio. Sento parlare con troppa insistenza di “obolo elettorale”, come se ai pensionati non fosse dovuta attenzione dopo anni di tagli e di sacrifici e come se il loro voto si potesse comprare neanche fossimo al mercato.

Ho sentito anche dire da un importante esponente politico che tra gli anziani prevarrebbe il Si perché non capiscono nulla.

Si tende quindi a considerare questa categoria come un blocco unico incapace di farsi una propria e autonoma opinione sul merito della riforma costituzionale.La realtà ci dice ben altro ed è molto più complessa ed articolata. Nelle tante assemblee a cui sto partecipando in queste settimane in tutta Italia incontro molti pensionati. Tra loro c’è chi è propenso per il Si e chi per il No. Non c’è un’uniformità di opinione e tanti sono quelli che stanno ancora cercando di capire come orientarsi.

Mi preoccupa e non poco il clima che si sta creando intorno alla partita referendaria. Vedo troppi tifosi, i toni sono aspri e da resa dei conti, il merito è sempre messo in secondo piano.
Io ho deciso di votare No. La mia non è una posizione ideologica ma dettata dall’opinione che mi sono fatto analizzando nel dettaglio la riforma costituzionale. Una posizione portata avanti dalla stessa Cgil, che l’ha argomentata nel dettaglio.

Penso che questa riforma abbia dei limiti evidenti. Penso che sia poco chiaro il ruolo del nuovo Senato, che ci sia uno squilibrio tra i poteri, che si riduca l’autonomia e il ruolo delle Regioni, che la lotta agli sprechi non sia significativa.Al tempo stesso penso che tutti debbano avere la possibilità di formarsi una propria opinione e di decidere come votare in piena libertà di coscienza. Lo stesso deve valere anche per i pensionati. Chi ha opinioni diverse non può essere considerato un nemico, bisogna essere tolleranti e cercare di unire anziché dividere.

Per questo lo Spi-Cgil ha deciso di promuovere un dibattito sul referendum ospitando sia le ragioni del Si che quelle del No. Lo faremo il 17 novembre a Roma al teatro Brancaccio e vi parteciperanno Franco Bassanini e Giovanni Maria Flick, due validi costituzionalisti con posizioni diverse.

Confrontarsi in modo serio e costruttivo è possibile. Per un sindacato come lo Spi-Cgil è fondamentale.’

Fonte: L’HuffingtonPost

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