Quindicenni categoria dimenticata Governo Sindacati

La categoria dei lavoratori/trici quindicenni è la categoria dimenticata dal Governo e dai Sindacati, una categoria penalizzata, come altre, dalla legge Fornero 2011, sono anni che chiedono un intervento governativo per risolvere la loro situazione ma non esiste per loro nessun dio maggiore o minore che possa aiutarli ad uscire da una impasse senza sbocchi, la loro ultima spiaggia è quella di gridare l’ingiustizia subita, e che subiscono ancor oggi a distanza di anni, sorpassate e messe in un canto , quasi fossero zavorra, per una iniqua legge che ha bloccato la loro entrata in pensione per un giorno, un mese, un anno, una legge (Legge Fornero) che ha cancellato di netto esseri umani che hanno lavorato e versato i necessari contributi, che l’Inps ha incassato regolarmente, una legge discriminatoria e brutale che non tiene conto delle esigenze ma sopratutto dei diritti del lavoratore, una vergogna che continua attualmente senza nessuna difesa, a parte Cesare Damiano, presidente Commissione Lavoro alla Camera,  unico paladino di categorie indifese, e sporadicamente da Maria Luisa Gnecchi onorevole rappresentante Pd, ma la categoria dei quindicenni, categoria dimenticata dal Governo dalla loro parte non hanno nemmeno avuto i sindacati a loro difesa, quindi diamo voce a chi pone l’accento su una situazione gravosa, vergognosa da risolvere assolutamente senza più perdere tempo che di tempo si è perso, anche fin troppo, senza fare nulla o i lavoratori/trici quindicenni sono una categoria figli di nessuno?

I quindicenni sono quei lavoratori che ha potuto perfezionare 15 anni di contribuzione entro il 31 dicembre 1992, in alternativa coloro i quali sono stati autorizzati ai volontari, entro la suddetta data, ad entrare in pensione di vecchiaia avendo 15 anni di contributi al posto di 20; i quindicenni sono una categoria per la quale l’Inps, con circolare 16/2013, ha stabilito che, nonostante la legge Fornero 2011, resta in vigore  la possibilità per alcuni lavoratori/trici iscritti all’Ago e alle strutture sostitutive ed esclusive e che hanno la pensione calcolata con il sistema retributivo-misto di conservare il requisito contributivo previsto prima dell’inserimento della Riforma Amato del 1992 (art. 2, comma 3 del Dlgs 503/1992).

I DIMENTICATI DAL GOVERNO E SINDACATI: CATEGORIA QUINDICENNI AMATO 1992
QUINDICENNI DIMENTICATI DA GOVERNO E SINDACATI

Diamo voce e spazio a chi vive questa situazione, post presi dalla loro pagina di Facebook, e che riassumono la disperazione di una ingiustizia che pesa come un macigno, che questa voce sia un grido unanime di mille voci e possa raggiungere chi di dovere, quindicenni, categoria dimenticata dal Governo e dai sindacati chiedo loro lottate, non mollate, resistete fino ad ottenere i vostri sacrosanti diritti:

Angela Sala: ‘Ciao Ariella, ti scrivo qui perchè sulla pagina oramai ci si dimentica di tutte le quindicenni e si rivendica solo la classe 1952 e non lo trovo giusto. La situazione è questa. Gnecchi si sta battendo per la classe 1952 per togliere quella famosa circolare n.35 dell’Inps che ha impedito ldi poter andare in pensione al raggiungimento dei 64 anni piu’ aspettativa di vita dimenticandosi di tutte le altre classi 1953/54/55/56/57/58 penalizzate allo stesso modo perchè non si è tenuto conto del periodo transitorio dei 7 anni che la legge impone quando si fanno delle modifiche importanti in tema di pensioni. Inoltre bisogna tenere presente che alla classe 1952 va riconosciuto che erano con un piede già al di là del traguardo ma non sono le sole penalizzate e è vero che hanno sacrificato 4 anni della loro pensione ma le classi successive ne penalizzano 7/11 di anni della loro pensione quindi a conti fatti le piu’ penalizzate solo le classi seguenti e non la classe 1952, ma va ribadito che tutte le classi subiscono 7 anni di allungamento della pensione non c’è una classe che ne sconta di piu’, cosa che non viene capita non solo dalla classe politica ma pure dalla classe 1952 e questa ulteriore divisione va ad aggravare la situazione delle quindicenni, perchè salvano la classe 1952 buttando al macero le classi successive che,come nel mio caso classe 1954 andrà nel 2021 e con sempre la spada sul collo che prima di quel tempo non venga cambiato di nuovo il requisito dell’età anagrafica. A suo tempo e anche recentemente noi quindicenni solo da lavoro e dimissionarie ci si sta facendo purgare il fatto che abbiamo lasciato il lavoro e che se siamo vissute sino ad ora è perchè ce lo potevamo permettere, peccato che tutte noi avremmo tenuto il nostro lavoro se avessimo avuto un welfare esistente che ci permetteva di continuare a lavorare, se avessimo trovato dei datori di lavoro che,una volta incinte,ci tiravano fuori dal cassetto una bella lettera di dimissioni in bianco che ci avevano fatto firmare al momento dell’assunzione, se tante ditte inoltre avevano chiuso, se quando,una volta senza lavoro, si andava all’iNPS per la domanda dei contributi volontari e ci dicevano che non erano necessari perchè avevamo già raggiunto e oltrepassato i requisiti di contribuzione necessari, su questo punto la Gnecchi ha il coraggio di smentire dicendo che lei che lavorava all’Inps ha sempre consigliato di fare domanda, peccato che allora non si spiega come mai la maggior parte di noi non l’ha fatta perchè consigliati proprio dai dipendenti dell’Inps stessa e che se avessimo saputo che in futuro sarebbe stato il salvacondotto per la nostra pensione nessuno di noi avrebbe detto di no. Io ritengo e lo ribadisco da un po’, ma sono rimasta sola a battermi per tutte le quindicenni, oramai nel gruppo si porta avanti solo l’orticello della classe 1952 senza ricordarsi di tutte le altre che hanno lottato sino ad ora unite e compatte. Ecco perchè ti ho spiegato qui la situazione e sinceramente anche se la speranza è l’ultima a morire non vedo futuro per noi, non con una Gnecchi che non ci considera e vedo solo le categorie che le sono sensibili. Scusa dello sfogo ma questo è la triste realta’ delle quindicenni che rimarranno escluse ancora una volta e che non avranno piu’ speranze dopo questa ottava salvaguardia mancata.  Grazie per esserci sempre vicino, un abbraccio e buona serata.

….nessuno nega che siete quelle che erano piu’ vicine alla pensione e che avevate un piede già al di là del traguardo, quello che io trovo non giusto è che qui si parli e si rivendichi sempre solo la classe 1952 come se tutte le altre classi non esistano, tu mi conosci e sai che da sempre penso che il diritto alla pensione debba essere per tutti ma ultimamente vedo solo una priorità verso una classe dimenticandosi tutte le altre e non vedo la solidarietà che ci ha sempre contraddistinte, quello che io vedo è che consce che per noi non ci sia nulla subentri un certo egoismo e si tende per alcuni a vedere solo la propria situazione come prioritaria anzichè vedere la situazione in generale e in toto delle quindicenni e non va bene, come trovo non corrisponde alla realtà che la classe 1952 stia pagando per tutti,come piu’ volte letto qui, perchè sta sacrificando 4 anni della pensione perchè i fatti dicono che tutti pagheranno anni della loro pensione in quanto le classi successive sacrificano dai 7 agli 11 anni della loro pensione, ed è questa errata visione del problema che dà fastidio perchè tutte le classi hanno lottato e lottano per la pensione e tutti quanti siamo stati penalizzati allo stesso modo perchè lo slittamento è di 7 anni per tutti e per alcune classi successive è pure di 11 anni, se poi rimarcare questo vuol dire essere fatta passare per quella che vuole dividere questo gruppo non ha importanza,sono abituata ad essere accusata quando la verità dà fastidio, pero’ io diro’ sempre cio’ che non trovo giusto e difendero’ sempre il diritto di tutti. Se il mio atteggiamento e le mie verità non sono gradite io non ho nessun problema a mettermi da parte,ma nessuno potrà mai farmi stare zitta su qualcosa che ritengo essere giusto.’

Carmen Cazzador Zanetti: ‘Le categorie da salvaguardare mi sembrano sempre le stesse...non c’è pericolo che a qualcuno sia venuto in mente di ricomprendere anche la parte disastrata della classe ’52, quella dei nati dopo il 31 maggio. Non interessa a nessuno salvaguardare chi è senza né stipendio e né pensione da tantissimo tempo e che deve attenderne ancora 3 anni per ricevere quanto gli spettava già da 4 anni !!! Se questa non è un’ingiustizia, ditemi voi cos’è?

E altre ancora e ancora alle quali non è possibile dar voce ma che si uniscono alle citate per avere un posto nelle decisioni governative a loro favore ed entrare finalmente in pensione come loro diritto inalienabile, per avere giustizia ed equità che attualmente non hanno ma che meritano!

Ariella Gibelllaato

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7 commenti su “Quindicenni categoria dimenticata Governo Sindacati

  1. Angela Sala il said:

    Grazie Ariella,per essere sempre vicino a noi e far sentire la nostra voce a chi e’ sordo oramai da sempre al nostro problema, non si ha la volonta’di risolvere il nostro problema da parte delle forze politiche, si sono trovate soluzioni per tutti tranne che per le quindicenni e questo e’ vergognoso.Ora per tenere calme le acque cavalcano l’onda della situazione 1952, che giusto che si trovi una soluzione, ma senza scordare che non sino le uniche ma ci sono anche le altre classi successive perche’ tengo a precisare che il diritto e’ uguale per tutti e idem la penalizzazione dello spostamento dell’eta’ anagrafica.Quello che stanno subendo chi appartiene alla classe 1952 e’ un vizio di genere all’interno della stessa classe essendo stata frammentata ma quando si parla di diritto delle quindicenni ci si riferisce a tutte e tutti i quindicenni nessuno escluso e, non per questo, affermare questo concetto voglia dire dividere le quindicenni o sminuirne il problema ma semplicemente affermare un diritto uguale per tutti.

    • ingari il said:

      capisco il problema, ma il problema che non c’è giustizia per nessuno, la base, colonna portante economica del paese è solo per tassarla, gabberla e basta ma è ora di finirla, la giustizia è uguale per tutti non per caegorie di serie a e serie b PER TUTTI, Ariella

  2. Carmen Cazzador il said:

    Grazie Ariella, continuiamo così, facciamoci sentire, noi, ex-lavoratrici e ex-lavoratori del privato del 1952, facciamo sentire il nostro accorato appello affinché giustizia venga fatta e ci venga riconosciuto giustamente ciò che ci spetta, nel nostro caso chiediamo che venga corretta la circ.35/2012 dell’INPS, eliminando il vincolo di essere in attività al 28.12.2011 e che ci venga riconosciuto il diritto alla pensione, come previsto dal comma 15 bis della Legge Fornero, a 64 anni e 7 mesi.

  3. Renato Lari il said:

    Grazie dell’articolo, ma sin che ci sarà indifferenza (mi rifiuto di pensare e dire opposizione) da parte delle esponenti del partito di maggioranza in commissione lavoro, le speranze sono nulle.

    • ingari il said:

      e noi continuamo a spingere si sa mai che prima o poi qualcosa si farà! avanti coraggio su su mai mollare! Ariella

  4. Angela Sala il said:

    Cara Ariella, si dice che a furia di spingere il chiodo, il chiodo prima o poi entra ma evidentemente deve essere un muro molto duro perchè questo chiodo proprio non va. La Gnecchi mi ha riferito proprio oggi che a marzo 2016 è stata conclusa l’indagine conoscitiva sull’impatto in termini di genere della normativa in materia previdenziale e riforma Fornero ,di cui mi ha fornito il documento conclusivo approvato dalla commissione, che verrà rilegato assieme a tutti i testi delle audizioni, presentato e spera che possa servire per intervenire positivamente sulle pensioni di vecchiaia donne,entro il 2018, anno di fine legislatura.E’ un piccolo passo in avanti che finalmente si siano resi conto che quello sbalzo repentino senza gradualità abbia penalizzato fortemente le donne, soprattutto quelle che non erano piu’ al lavoro al 31/12/2011 ma nella mia esperienza ho imparato che di parole ne sono state dette tante e contano i fatti, vedremo.

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