Pensioni Quindicenni categoria discriminata dimenticata dalla manovra

Ieri abbiamo pubblicato un post: http://ingari.altervista.org/cesare-damiano-maria-luisa-gnecchi-plaudono-vittoria-battaglia-nati-1952/, dove Cesare Damiano e Maria Luisa Gnecchi si congratulavano per una battaglia vinta per la classe 1952, una battaglia ma non la guerra, una vittoria del tutto  parziale in quanto una grave mancanza è stata effettuata verso le Quindicenni, una categoria discriminata e dimenticata dalla manovra,  poiché nella circolare Inps si esclude, ancora una volta, le quindicenni, cui la riforma Amato aveva equiparato a tutti gli effetti a chi aveva, in quel periodo, 20 anni di contribuzione e non solo, sono stati messi paletti riguardanti contributi figurativi, militari, maternità, disoccupazione, contributi volontari ed altro ancora.

La discriminazione e dimenticanza della categoria Quindicenni della manovra
CATEGORIA QUINDICENNI DISCRIMINATA E DIMENTICATA

Non è la prima volta che cerchiamo di far sentire la voce di questa categoria, le Quindicenni, che hanno il sacrosanto diritto di non vedere calpestato, come ha fatto la riforma Fornero 2011, ciò è in loro dovuto, evidentemente questa voce non viene ascoltata dagli addetti ai lavori del Governo, dando luogo ad una ingiustizia sociale preoccupante perché sottolinea una discriminazione assurda fra chi dovrebbe entrare in pensionamento; l’eguaglianza, la giustizia,  deve valere per tutte le categorie e non solo per alcune ed altre no, non è una società giusta chi commette queste iniquità ai danni di lavoratori onesti che chiedono solo di avere ciò che è di diritto acquisito.

Possono essere giubilanti Damiano e Gnecchi ma si dovrebbero impegnare di più anche per la categoria Quindicenni e far rientrare nei loro programmi un intervento specifico, solo così si potrà parlare di vittoria, non parziale, ma totale, arrivando ad una equità che attualmente non esiste, ed è inaccettabile e inammissibile questa discriminazione e ‘dimenticanza’ da parte di chi dovrebbe proteggere le categorie più deboli e indifese, solo nel caso che comprenda anche le categorie dimenticate si può inneggiare alla vittoria totale, diversamente è ingiustizia, non si possono suddividere i lavoratori in categorie A e categoria Z, ed è sperabile che chi di dovere senta in coscienza di intervenire il più urgentemente possibile per rimediare a questa ingiusta discriminazione fra lavoratori e pensionati.

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