Matteo Renzi gioca ultima chance difendendo riforma pensioni

Troppo tardi il premier Renzi ha compreso che uno dei pilastri portanti dell’economia italiana erano e sono i lavoratori e pensionati ed ora in attesa del referendum costituzionale gioca la sua ultima chance difendendo a spada tratta la riforma pensione attuata con la struttura elaborata dal team tecnico del sottosegretario alla Presidenza, Tommaso Nannicini,  probabilmente se fosse intervenuto negli anni precedenti nel difendere lavoratori e pensionati non si troverebbe attualmente con lo spauracchio di un bel NO al referendum costituzionale; ma a mali estremi, estremi rimedi ed allora interviene recitando la parte del buon padre di famiglia, cui non crede più nessuno.

Difendendo la riforna pensioni Renzi gioca la sua ultima chance per il sì del referendum
MATTEO RENZI

In un intervento a Radio Monte Carlo, Matteo Renzi, si è glorificato dichiarando:Tutti quelli che sono sotto i mille euro di pensione, come si era promesso, nel 2017 avranno un aumento dai 30 ai 50 euro mensili’ – ‘Il 5 dicembre accadrà che vince il Sì, io ho 41 anni, sono molto fiero delle cose che abbiamo fatto, per altre mi rode, ma finalmente c’è un governo che fa le cose. Se devo stare in Parlamento a galleggiare non sono adatto, posso fare il presidente del Consiglio solo se posso cambiare le cose. Questo non è un voto sulla mia simpatia o antipatia, è un voto sul paese. Questo non è un voto per fare un dispetto a me’;  il nocciolo della questione non è il dispetto al Presidente del Consiglio per simpatia o antipatia, ma il dispetto che lo stesso ha fatto ai suoi cittadini con le sue promesse non mantenute e che lo hanno fatto arrivare a questa situazione precaria, dove la sua poltrona del potere sta traballando, e il sottolineare che i pensionati avranno 30 o 50 euro al mese di aumento non è che risolva la situazione della povertà allargata a dismisura in Italia, per lui non migliora di certo la sua situazione.

Ha poi aggiunto che la finanziaria ha adottato importanti misure per quanto riguarda la flessibilità in uscita e chi opterà per l’Ape potrà entrare in pensione anticipata partendo dai 63 anni, precisando altresì che le penalizzazioni saranno contenute, (fortunatamente si ha la facoltà di scegliere o meno di entrare in pensione con questa sorta di ricatto, ndr), tornando al quesito più importante per lui e cioè il referendum ha poi affermato: ‘ se vince il Sì ci sono meno posti e meno poltrone per la politica e competenze più chiare tra Stato e Regioni, l’Italia sarà più semplice. Se vince il No tutto rimane com’è”. Inoltre, “il voto antisistema c’è, al referendum chi è l’antisistema? I professoroni che non hanno letto la riforma? Io ho 41 anni e non mi sembra di rappresentare il sistema con il mio governo e la mia generazione. Mi sembrano piu’ quelli che per 30 anni hanno avuto la possibilita’ di cambiare le cose e ora vogliono tornare al potere”. Infine, una stoccata all’Europa: “Gli amici europei devono sapere che l’Italia smette di fare il salvadanaio: o l’Europa cambia linea, a partire dall’immigrazione, o noi smettiamo di pagare e mettiamo il veto sul bilancio.’, da queste affermazioni si intravede una certa insicurezza tra le righe, quella insicurezza che è stata percepita anche dai cittadini italiani che non vedono un proprio rappresentante ma un politicante che cerca all’ultimo momento di mettere pezze ad un malgoverno precedente.

Fonte: PensioniOggi

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