Cgil Susanna Camusso lancia proposta Ape un flop

Nonostante l’aria vacanziera il tema previdenziale fa sempre discutere e oggi più che mai dopo i dati forniti dall’Istat dove la crescita economica italiana si è bloccata e il Pil è fermo,  una stangata che il Governo non si aspettava e questo sarà un buon motivo per sottolineare che le risorse finanziarie per i temi previdenziali non saranno a disposizione come programmato; Susanna Camusso, leader della Cgil, in un sua intervista al Corriere della Sera, ha fatto conoscere le intenzioni del sindacato e lancia una proposta dopo aver tuonato che l’Ape è un flop, dichiarandolo un mutuo pensionistico, delineando le pecche del Governo nel mettere mano ai vari problemi delle categorie di lavoratori e pensionati che aspettano da tempo una soluzione, Susanna Camusso, segretario generale della Cgil, non intende mollare affermando che gli stanziamenti del Governo per il tema previdenziale non sono affatto sufficienti e se non si cambia rotta minaccia mobilitazione generale.

Proposta di Susanna Camusso per le modifiche al tema previdenziale
Susanna Camusso, segretario generale della Cgil,

Così Susanna Camusso, leader Cgil: ‘Il Governo ci ha detto che con la legge di bilancio avrebbe messo a disposizione risorse rilevanti, ma le anticipazioni parlano di appena 1,5 miliardi di euro, una cifra chiaramente insufficiente. Non va avanti l’ottava salvaguardia per gli esodati, non ci sono soluzioni per i lavori usuranti e per i precoci, mentre l’unica cosa che sembra interessare al governo è l’Ape, questa specie di mutuo pensionistico sul quale abbiamo molte obiezioni’; prosegue nella sua intervista affermando: ‘E’ urgente aumentare la no tax area e allargare la platea dei beneficiari della quattordicesima – prosegue – bisogna inoltre intervenire a sostegno di coloro che svolgono lavori usuranti o hanno cominciato da ragazzi. Infine, vanno corrette le leggi sbagliate che impediscono le ricongiunzioni gratuite. L’Ape è nei fatti un prestito, un marchingegno che non può funzionare come soluzione generale al tema della flessibilità in uscita. Del resto è facile capire che l’idea che ci si debba indebitare alla fine dell’età lavorativa, con un prestito da restituire in 20 anni sulla stessa pensione, è un’idea contraria alla naturale propensione delle persone’ – ‘Con queste caratteristiche non c’è dubbio. Non solo. C’è anche il rischio di dare alle aziende uno strumento che può rivelarsi un capestro per i lavoratori nei processi di ristrutturazione.Lavoratori ai quali verrebbe imposta l’Ape’ . 

Ed infine Susanna Camusso lancia la proposta sindacale:Partiamo dal fatto che non tutti i lavori sono uguali. Bisogna ragionare sulle diseguaglianze nelle aspettative di vita e arrivare a età di pensionamento differenziate in base al lavoro svolto. Questo nella fase di transizione. Per i giovani che hanno il contributivo puro, invece, ci deve essere libertà di scelta su quando andare in pensione senza gli aumenti dell’aspettativa di vita. Per i precoci devono bastare 41 anni di contributi e va costruita una solidarietà interna al sistema per i lavoratori discontinui” –  ‘Contestiamo il modo in cui il governo calcolano i costi, perché considera che una misura venga utilizzata da tutti i potenziali aventi diritto, mentre non è così. Trovare i finanziamenti è un problema di scelte politiche. Mi limito a suggerire una progressività fiscale migliore e la patrimoniale sulle grandi ricchezze’.

Fonte: Effemeride

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