Cgil Susanna Camusso critica su misure pensioni predisposte Governo

Susanna Camusso, leader della Cgil, pesa i pro e i contro delle misure introdotte dal Governo per il tema previdenziale, e se su alcune è favorevole, su altre molto meno criticandole, ritenendole insufficienti per alcune categorie di lavoratori; ciò non ha impedito alla Cgil opporre una resistenza alle misure che il Governo ha deciso,  esattamente come nel 2011 quando è stata istituita la Legge Fornero, le critiche, per essere tali,  dovrebbero essere costruttive e supportate da azioni che consentano di far rivedere norme per le quali non si è d’accordo, in quanto  discapito dei lavoratori e dei pensionati, azioni che non sono state effettuate a parte discussioni intorno al tavolo permanente con l’Esecutivo, ma, evidentemente, il sindacato non è lo stesso combattivo e reattivo come nel passato!

PRO E CONTRO MISURE PREVIDENZIALI PER SUSANNA CAMUSSO CGIL
SUSANNA CAMUSSO

Susanna Camusso è a favore per quanto riguarda: ‘L’unificazione della no tax area, l’aumento e l’estensione della platea delle quattordicesime, legate alla storia contributiva. È questo un risultato necessario, dopo anni di non rivalutazione delle pensioni che deve trovare il suo completamento in un sistema stabile di rivalutazione. Così come sono positive le soluzioni individuate sulle ricongiunzioni contributive, l’eliminazione strutturale delle penalizzazioni sulle pensioni di anzianità, il cambiamento della legge sui lavori usuranti per renderla fruibile, insieme alla cancellazione della finestra mobile e dell’attesa di vita’.

L’aver introdotto i 41 anni  di contributi riferentesi all’anzianità è norma positiva mentre non lo è per quanto riguarda il capitolo sui lavoratori precoci ‘è certamente lontano dall’obiettivo che ci eravamo proposti, e soprattutto distante dalle aspettative suscitate. Infatti pur avendo determinato un’area di lavori gravosi ampia, ancora tanta strada serve fare per affermare che i 41 anni sono sufficienti per il riconoscimento della pensione anticipata’; sottolineando anche il passaggio su Ape, prestito pensionistico, ‘Il riferimento legato all’Ape sociale, (come più volte detto un ‘super-ammortizzatore’ per affrontare alcune emergenze), è stato però reso molto labile dall’introduzione dei due vincoli (36 anni di contributi e 6 anni di consecutività), che diminuiscono di molto, a nostro avviso, la platea potenziale. Nel dibattito parlamentare chiederemo di ridurne i vincoli’; dire, non essere d’accordo non basta, alle parole devono seguire i fatti e ingaggiare una lotta per far ottenere ai lavoratori e ai pensionati ciò per cui hanno lavorato una vita intera!

Susanna Camusso non nasconde la contrarietà per l’Ape generale, affermando: ‘pur introdotta in via sperimentale e su cui ribadiamo la nostra contrarietà, invece continua ad avere le caratteristiche di uno strumento finanziario che scarica sui pensionandi le sbagliate rigidità del sistema‘, proseguendo sulla fase due inoltre: ‘riaffermiamo che i titoli sono utili e necessari per ricostruire una prospettiva previdenziale per i giovani e i lavoratori discontinui a partire dalla pensione di garanzia’; una rigidità che il sindacato ha accettato senza opporre una strenua resistenza ma con una acquiescenza colpevole nei confronti dei lavoratori e pensionati.

Ma cosa intende fare la piattaforma sindacale costituita da Cgil, Cisl ed Uil il cui obiettivo per il tema previdenziale dovrebbe essere modificare la legge Fornero? la Cgil impegna tutte le sue strutture ad una campagna di assemblee che oltre ad informare sul verbale di sintesi, articoli il giudizio e costruisca le condizioni di prosecuzione della vertenza anche in relazione alla flessibilità in uscita’.

La leader della  Cgil, Susanna Camusso, ha espresso anche il suo pensiero per quanto riguarda la staffetta generazionale che servirebbe per un giusto equilibrio dando una prospettiva previdenziale per i giovani, consentendo l’uscita anticipata a chi ha 62 anni eliminando così il meccanismo dell’adeguamento alla speranza di vita, argomento discusso a iosa: ‘II primo problema  è che bisognerebbe avere politiche che creino lavoro per i giovani, che ne stabilizzino il lavoro e che garantiscano salari e condizioni dignitose. Perché la previdenza è sempre lo specchio del mercato del lavoro. Poi c’è il tema dell’ordinamento previdenziale che si è costruito nel nostro paese. E’ un ordinamento fatto in nome dei giovani, e che in realtà, con un sistema contributivo puro porterà i giovani in pensione oltre 70 anni, con tassi di sostituzione assolutamente bassi. Così sarà impossibile avere una società coesa’.

Fonte: PensioniOggi

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