Tito Boeri allarmistico conseguenze Negative eventuale No Referendum

PENSIONI CONSEGUENZE NEGATIVE PER EVENTUALE NO REFERENDUM?
TITO BOERI – MATTEO RENZI

Ultime battute prima del Referendum costituzionale indetto per il 4 dicembre e fra le tante voci si fa sentire anche quella di Tito Boeri, presidente dell’Inps, allarmistico per le conseguenze negative, secondo il suo parere,di un eventuale No che inciderebbe nell’approvazione della Legge di Stabilità quindi anche per il pacchetto riguardante la riforma previdenziale, sconfessato però dal premier Matteo Renzi che sostiene che si farà a prescindere dal risultato del referendum costituzionale.

In una intervista rilasciata al quotidiano La Stampa, Tito Boeri afferma: ‘Penso al contrasto alle povertà: oggi se ne occupano Comuni e Regioni a macchia di leopardo, mentre lo Stato contribuisce residualmente con la carta acquisti. Ci vorrebbe un sistema di finanziamento nazionale affiancato da un cofinanziamento locale. Questo responsabilizzerebbe gli enti locali a controllare che i soldi vadano davvero a chi ha bisogno e a spingere chi può a lavorare. Un altro esempio è la riforma degli strumenti per la concessione di assegni di invalidità: oggi la competenza è divisa fra noi e Asl con sovrapposizioni evidenti, lungaggini e contenzioso. Ipotizziamo di affidare tutto all’Inps: oggi è necessario mettere d’accordo tutte le Regioni, se il sì passa lo Stato riavrà il potere di regia’

Spiega altresì per l’Ape, prestito pensionistico:è un meccanismo complicato, per questo ci vorrà un’importante campagna informativa e il contributo dei sindacati‘, secondo il parere del Presidente dell’Inps senza la riforma pensionistica sarà anche difficile la riorganizzazione dell’Ente: ‘L’Inps dovrà essere il centro di una rete fra banche, assicurazioni, imprese e lavoratori. Per noi è una grossa sfida. Abbiamo il dover di informare adeguatamente i contribuenti sulle implicazioni di scelte difficili. Per farlo abbiamo bisogno di più dipendenti preparati sul territorio”. Anche perché Boeri denuncia come “la struttura sia sotto stress: siamo ventottomila ed eroghiamo oltre quattrocento prestazioni diverse. La settimana scorsa ero in Polonia, dove ci sono cinquantamila persone per occuparsi solo di pensioni. Anche in Francia e Germania ci sono molti più dipendenti per euro erogato che da noi’.

Nella stessa intervista Boeri incalza riguardo al sussidio di disoccupazione che: ‘entro fine 2017 contiamo di fare tutto in automatico chiedendo noi a chi perde il lavoro dove versare la prestazione cui ha diritto e se è disponibile al reimpiego o a corsi di riqualificazione. Questo ci permetterà di erogare subito la prestazione senza aspettare che il lavoratore si attivi per richiederla’.

Praticamente con queste dichiarazione invita i cittadini ad una riflessione per il voto di domani 4 dicembre sottolineando che un eventuale no sarebbe deleterio ai fini dell’approvazione delle modifiche previdenziali incluse nella Legge di Stabilità 2017, anche se il Governo è operativo, attualmente, per la stesura del decreto attuativo per le modifiche ‘pensionistiche che vi saranno introdotte, probabilmente il Presidente dell’Inps, fautore del sì, ha giocato la sua carta pensando di intimorire i lavoratori e i pensionati con lo spauracchio della non attuazione manovra pensionistica, non tenendo conto che i cittadini italiani non danno nulla per scontato quando si tratta  di riforme decise dal Governo, prova ne sono gli esclusi e i delusi per la flessibilità in uscita, approvata recentemente.

Fonte: L’Uffingtonpost

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