Prestito Pensionistico (Ape) Questioni ancora da sciogliere

Una iniziativa del Governo per la flessibilità in uscita potrebbe essere il prestito pensionistico (Ape), una struttura sospetta per le difficoltà che essa comporta, ovviamente per i lavoratori, infatti questo prestito pensionistico permetterebbe sì di entrare, a chi volesse accedervi, in pensione anticipata a 63 anni e 7 mesi con 20 anni di contributi versati ma quali sono le difficoltà pratiche da risolvere e che ancora i tecnici economici del Governo stanno studiando perché sia indolore? L’erogazione del prestito pensionistico (Ape) verrebbe erogato dall’Inps che pretende la restituzione in 20 anni, di conseguenza lo scoglio primario è che il lavoratore esce dal mondo del lavoro già con un debito sulle spalle, un debito che si protrae per lungo tempo; da capire, inoltre, il sistema delle detrazioni fiscali che incideranno sul vitalizio pensionistico entro una percentuale dell’1% per disoccupati, caregivers, soggetti con bassi redditi, lavori usuranti, invalidi, mentre la percentuale del 15%, se non di più, inciderà pesantemente sul valore dell’assegno in corrispondenza del massimo anticipo pensionistico; quindi una struttura sospetta che fa riflettere su quanto proposto dal Governo, ma le spese del premio assicurazione e gli interessi bancari da chi saranno pagati?  sembrerebbe che gli interessi bancari e i premi assicurativi saranno a carico dello Stato per un importo compreso tra gli 800 milioni di euro a un miliardo, denaro che, in qualche modo, salterà fuori da un cilindro magico o ci saranno altri tasse o balzelli a carico dei cittadini? 

Per l‘assegno anticipato riportiamo un paragrafo dell’articolo rilevato su Pensioni Oggi, scritto da Vittorio Spinelli, il 10 luglio scorso: ‘Terzo punto all’ordine del giorno resta quello della determinazione dell’assegno stesso di accompagnamento alla pensione: bisognerà chiarire prima di tutto se esso sarà un trattamento pensionistico vero e proprio oppure, come sembra, un sussidio sostitutivo della pensione (un pò come accade attualmente con l’assegno di esodo, l’isopensione) con evidenti risvolti al momento dell’applicazione della perequazione annuale, del riconoscimento dei trattamenti di famiglia (ANF), le conseguenze in ordine alla reversibilità o meno del trattamento in caso di decesso anticipato del percettore. Sull’importo dell’assegno anticipato ci dovrebbe essere tuttavia una norma di vantaggio consistente nell’applicazione del coefficiente di trasformazione legato all’età di pensionamento naturale (vale a dire a 66 anni e 7 mesi) e non di quella dell’accesso all’APE. Questo accorgimento dovrebbe aiutare a maturare un reddito più succulento durante il periodo di anticipo, soprattutto per coloro che hanno larga parte dell’assegno calcolato con il sistema contributivo.’

Struttura prestito pensionistico (Ape) comprendere le funzioni
Prestito Pensionistico (Ape)

Per la contribuzione figurativa, nello stesso articolo di Vittorio Spinelli, di Pensioni Oggi, spiega chiaramente la situazione: ‘Altra questione da accertare è se durante questo periodo saranno o meno riconosciuti contributi figurativi che potranno essere fatti valere al momento dell’accesso alla pensione incrementando l’importo dell’assegno, la base sulla quale si inizierà a restituire il prestito. Un dettaglio non indifferente. Da fissare poi il coordinamento con la previdenza integrativa: chi sceglie l’Ape per un ritiro anticipato potrebbe chiedere un trasferimento del capitale cumulato nel fondo pensione integrativo. In questo modo il lavoratore potrebbe chiedere un prestito Ape inferiore (per esempio del 50%) e integrare il suo reddito nei mesi di anticipo con il capitale ottenuto dal suo fondo pensione. Infine una serie di questioni tecniche ma comunque non meno importanti legate alla contabilizzazione degli interessi del prestito, all’ente erogatore (che resterà l’Inps), alla valutazione del rischio premorienza del percettore.’

Per altri temi importanti quali proroga Opzione Donna, lavoratori precoci, carriere discontinue e per chi presta opera in lavori usuranti, si spera che il sindacato faccia il proprio dovere anche durante l’estate per sollevare quegli scudi e difendere i diritti dei propri tesserati, ingaggiando una lotta e approfondendo temi che ancora non sono stati risolti e che aspettano una soluzione da troppo tempo, il tempo scorre e ottobre è alle porte, termine ultimo per decidere le modifiche previdenziali da immettere nella Legge di Stabilità 2017.

Fonte: PensioniOggi

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