Damiano Renzi Cantiere Sociale non convincente

Lucida analisi di Cesare Damiano, presidente Commissione Lavoro alla Camera,  nel tracciare  un quadro relativo al ‘Cantiere Sociale’ tanto decantato dal premier Renzi che ne ha fatto un’apologia di successo che non esiste, infatti Damiano la vede come una sfida a migliorare ciò che è stato impiantato per il lavoro e lo stato sociale, ma ancora molta strada si deve percorrere per perfezionare questi due temi importanti per la nazione, Renzi sembra che in questi ultimi tempi abbia fretta di concludere ciò che non ha concluso avendo avuto a disposizione  tempo e risorse finanziarie, il ‘Cantiere Sociale’ sempre aperto con nodi da sciogliere e troppe parole spese senza nessuna concretezza, per questo ragione Cesare Damiano non è certamente convinto nell’onestà del discorso di Renzi!

Damiano spiega: ‘Sul fatto, come ha dichiarato Renzi, che questo Governo abbia aperto il più grande ‘Cantiere Sociale’ del quale occorre soltanto fare una positiva narrazione, non sono convinto. Voglio però accettare la sfida del premier e insistere su un altro argomento da lui stesso utilizzato, quello del miglioramento di ciò è stato fatto fin qui in tema di lavoro e di Stato Sociale’; sappiamo che Renzi si esalta nel parlare ma senza costrutto attivo, è una figura mediatica e tale continua ad essere, senza una forza politica tale da convincere il cittadino sulle sue reali intenzioni, che ha potuto constatare nel corso di questi ultimi anni le poche promesse lanciate e nessuna mantenuta,  il poco interessamento verso i lavoratori e i pensionati, l’interesse sperticato verso l’Unione Europea, mulltinazionali e banche!

Damiano prosegue la sua analisi dichiarando: ‘Il ‘Cantiere’ renziano  ha molte contraddizioni che vanno corrette. Sul lavoro, se vogliamo che il Jobs Act continui a produrre i suoi risultati, occorre rendere strutturali gli incentivi per il contratto a tutele crescenti; ‘tracciare’ i voucher non basta, è necessario ricondurli al solo lavoro occasionale se non vogliamo alimentare la precarietà’ – ‘Gli ammortizzatori sociali hanno una durata troppo breve di fronte ad una crisi che si prolunga: ci vuole una deroga  sulle pensioni è necessario avere una flessibilità che anticipi di 4 anni l’uscita dal lavoro e che non faccia pagare penalizzazioni ai soggetti più deboli: disoccupati, lavoratori precoci che devono poter andare in pensione con 41 anni di contributi, addetti ai lavori usuranti e invalidi’ ; le dichiarazioni del Presidente Commissione Lavoro alla Camera sottolineano i temi centrali che affliggono l’Italia e per i quali Renzi ha permesso alcune efferatezze, quali lo stralcio dell’art. 18 dello Statuto dei lavoratori, con l’acquiescenza dei sindacati che dovevano opporsi, con l’inosservanza dell’art. 38 della Costituzione per gli esodati,  e non ultimo ma citarlo è un dovere, non assolvendo alla sentenza imposta dalla Corte Costituzionale per la perequazioni sulle pensioni mettendo una pezza con il bonus Poletti; questo non è un quadro soddisfacente per un premier che si ritenga tale ma un quadro di un premier che dovrebbe imparare che la base è la colonna portante i una nazione, solo l’unione tra braccia e mente può renderla grande, operosa, industriosa ed economicamente forte, non certamente solo con la generazione Erasmus!

'Cantiere sociale' non convince né Damiano né cittadini
Matteo Renzi

Nel suo intervento Damiano contempla anche la fasce più deboli, affermando e concludendo: ‘infine, occorre rivalutare le pensioni più basse: basterebbe migliorare la quattordicesima istituita nel 2007 dal Governo Prodi e che attualmente corrisponde a un assegno medio di 400 euro all’anno, erogato dal 2008 nel mese di luglio ai pensionati con un assegno fino a 700 euro al mese’ – ‘Aumentiamo la cifra e il tetto di 700 euro: daremmo un bel segnale a chi ha sofferto di più nella crisi e si è sentito emarginato. Migliorare in questa direzione il ‘Cantiere Sociale’ di cui Renzi ci ha parlato, sarebbe il modo più giusto per rispondere alle difficoltà del Paese che purtroppo, pagando un prezzo pesante, non abbiamo ascoltato a sufficienza’; un segnale apprezzabile sotto tutti i punti di vista, separando previdenza da assistenza ovviamente, e questo lo si può ottenere mettendo a punto il Piano di Tito Boeri, Presidente dell’Inps,  che prevede il sistema contributivo per i vitalizi faraonici  di parlamentari sforbiciando emolumenti che costano milioni di euro all’anno alle casse statali, Matteo Renzi sotto questo aspetta si guarda bene di mettersi contro la ‘casta’, facendone parte egli stesso, preferibile  una povertà che si è allargata a macchia d’olio in tutto il paese dal nord al sud, isole comprese, piuttosto che intervenire verso gli ‘intoccabili’!

In conclusione il tanto voluto ‘Cantiere Sociale‘ del quale fare una positiva narrazione non convince Cesare Damiano, ma tanto meno convince i cittadini, i quali si vedono ogni giorno il potere d’acquisto venire meno, la disoccupazione pressante, una sanità non all’altezza,  le porte del mondo del lavoro chiuse, le istituzioni assenti ai fabbisogni, una classe politica corrotta; un quadro socio-politico che non ha nessuna apertura verso i bisogni del cittadino e quel ‘Cantiere Sociale’  che si sta riesumando per convincere i cittadini a restituire fiducia e consensi ad un partito che sta affondando nella sua povertà ideologica, un partito fatto rinascere dalle ceneri del vecchio Partito Comunista Italiano, il premier Renzi dovrebbe prendersi la briga di fare un corso accelerato per imparare da politici valenti, scomparsi, quali: Aldo Moro, Enrico Berlinguer, Giorgio Almirante ed avere una carisma politico che attualmente non ha e che non avrà mai per la sua poca personalità politica!

Ariella Gibellato

Fonte: PensioniBlog

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