Cgil Cisl Uil 2015 morti bianche aumentate 16% causa innalzamento età pensionabile

La riforma previdenziale Fornero 2011 non è solo una legge ingiusta ed iniqua ma anche assassina a quanto pare, in quanto non si è fatto scrupolo nell’innalzare l’età pensionabile senza le eccezioni di lavori usuranti o pericolosi in una età non più giovane, non si è fatta nessuna eccezione per un semplice motivo: si è messo davanti all’essere umano la ragione di Stato, la disponibilità di denaro derivante da questa riforma che ha cercato di stabilizzare i conti statali a discapito dei lavoratori e pensionati senza minimamente prevedere quali danni e disastri potesse causare tipo le morti bianche sul lavoro in netto aumento del 16% rispetto al 2015, questi i dati agghiaccianti: primi mesi 2016 sono 37 le vittime sul lavoro di cui il 32% erano over 55!

La piattaforma sindacale unita Cgil Cisl ed Uil in un intervento hanno aspramente affermato e sottolineato, attraverso le voci dei loro leader,  i danni collaterali della riforma previdenziale Fornero 2011, precisando inoltre di prestare la massima attenzione per quanto riguarda la penalizzazione, pur favorendo la flessibilità in uscita, che non può e non deve essere uguale per tutti, richiedendo a gran voce una risposta da un Governo che per il momento non ha nessuna intenzione di confrontarsi con le parti sociali al tavolo permanente istituito dal Ministero del Lavoro.

Annamaria Furlan, segretaria generale della Uil, ha così dichiarato: ‘E’ importantissimo che si affronti il tema delle pensioni, in particolare che si parli di flessibilità in uscita’ per poi proseguire: ‘E’ positivo che il Governo abbia capito che la riforma Fornero vada cambiata. Non era scontato che si andasse oltre gli annunci cui questo Governo ci ha abituati. Altrettanto positivo e’ che sia stato annunciato dal Presidente Renzi che ci sara’ un confronto sul tema delle pensioni con le parti sociali, visto che gli azionisti dell’Inps sono proprio le imprese ed i lavoratori. Aspettiamo la convocazione del Governo. Noi siamo pronti a questo confronto tanto che come Cgil Cisl Uil abbiamo presentato una nostra piattaforma sui temi previdenziali in cui immaginiamo una riforma che abbia un respiro piu’ ampio ed una sua strutturalità, allargando la fascia della flessibilità’ in uscita non limitata ai lavoratori nati nei primi anni cinquanta. La nostra proposta e’ che quando un lavoratore ha raggiunto i 62 anni o 41 anni di contributi possa andare in pensione.’

Causa innalzamento età pensionabile nel 2015 aumentate del 16% morti bianche sul lavoro
Morti sul Lavoro

E’ chiaro che stiamo parlando di ipotesi che abbiamo appreso dai giornali, ma bisogna stare molto attenti a parlare di penalizzazioni con l’attuale livello dei salari e con le pensioni medie degli italiani che non arrivano a mille euro. Sotto una certa cifra la penalità non e’ sostenibile. Il quanto ed il come fa la differenza’.
‘Va chiarito poi quale sara’ il ruolo delle imprese in questo processo e soprattutto che cosa ci metteranno le banche che guadagnando una quota di interessi dovrebbero essere chiamate secondo noi a dare un contributo, un chip di solidarietà. Sarebbe anche un modo per le banche per ristabilire un rapporto di fiducia con i cittadini. Noi siamo consapevoli delle difficoltà economiche del paese ma altrettanto consapevoli che la gente non ce la fa più’
Per questo e’ il momento che il governo ci convochi, presenti una sua proposta puntuale e si confronti con le parti sociali perché in questo paese non se ne può più dell’ allungamento spropositato dell’ età pensionabile, a prescindere dal lavoro che si fa. In dieci giorni sono morti 3 lavoratori edili con una età non più giovanissima. E’ evidente che c’e’ un nesso perché per certi lavori proseguire troppo a lungo non è possibile’

Ma se l’Italia è arrivata a questi punti è grazie anche ad un sindacato immobile per anni, al suo silenzio per quanto riguarda la riforma previdenziale Fornero 2011, al suo non lottare per difendere i diritti dei propri tesserati e dei lavoratori e dei pensioni, nessuna lotta o manifestazione per contrastare la legge previdenziale in parola, solo assoluto immobilismo, per alzare oggi scudi dopo che i buoi sono scappati dalla stalla, come anche per l’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori, stracciato e calpestato dopo le lotte per ottenere una salvaguardia per il proprio posto di lavoro, quale difesa hanno opposto, i sindacati, per tutelare uno dei pilastri di quello Statuto?
Fabrizio Solari, segretario confederale Cgil, ha sciorinato e sottolineato uno dei temi più scottanti che nessun media tocca mai, se non per una laconica notizia di cronaca, cioè le morti bianche sul lavoro,affermando: ‘Esprimiamo cordoglio e vicinanza ai familiari del lavoratore che ha perso la vita questa mattina (ieri, ndr) in un laboratorio per la lavorazione del marmo a Massa. Un’altra inaccettabile morte sul lavoro, a meno di un mese dall’incidente sulle Apuane, dove morirono due cavatori travolti da una frana’ aggiungendo subito dopo: ‘Sono onestamente preoccupato – aggiunge il dirigente sindacale – per l’aumento degli infortuni gravi e mortali, che come certifica l’Inail sono cresciuti del 16% rispetto all’anno scorso. L’edilizia, nonostante la contrazione occupazionale dovuta alla crisi, è uno dei settori più colpiti’- ‘Una delle cause principali di questa ascesa è l’innalzamento dell’età pensionabile: nel solo comparto delle costruzioni, in cui i lavori sono particolarmente usuranti, in questi primi mesi del 2016 su 37 vittime il 32% aveva più di 55 anni’
Ed infine Solari conclude nella sua nota: ‘Dobbiamo ricordarci che i lavori non sono tutti uguali.Nonostante l’esperienza e la professionalità acquisite, lavorare in una cava di marmo a 61 anni, come la vittima di oggi, non può che aumentare i rischi di un’attività già di per sé pericolosa. Attendiamo quindi dal Governo misure concrete in tutti gli ambiti per arginare un fenomeno francamente non più tollerabile’
Fonte: PensioniBlog
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