Cgil Ape non modifica Legge Fornero aumenta diseguaglianze

Nonostante la sigla del verbale di sintesi tra Governo e Sindacati, s’inasprisce il dibattito sul tema previdenziale su alcuni punti cruciali che non sono stati vagliati e ponderati nella giusta misura secondo alcuni esponenti politici e non solo, di fatto la Cgil ha pubblicato un documento dove chiarisce e approfondisce alcuni punti, sottolineando che l’Ape non modifica la Legge Fornero e aumenta le diseguaglianze: ‘Il nostro obiettivo finale era e resta cambiare la legge Fornero’ – ‘Sulle pensioni, dopo la firma del verbale tra Cgil Cisl Uil e il Governo, c’è stata poca chiarezza. Con queste slide spieghiamo bene i primi risultati ottenuti’ – ‘Un significativo passo avanti verso il nostro obiettivo: cambiare la legge Fornero’ – ‘abbiamo firmato un verbale di sintesi che impegna il Governo su alcuni risultati immediati collegati alla Legge di bilancio’; questo per quanto riguarda la prima parte dei provvedimenti previsti, resta comunque da discutere la seconda parte che vedrà, forse, la luce nel 2017 e che sarà tema acceso nel ‘”dare risposte concrete ai giovani e alle carriere discontinue’.

CGIL LEGGE FORNERO VA CAMBIATA AUMENTA DISEGUAGLIANZE
BANDIERA CGIL

Il contrasto di opinioni della Cgil è in merito alla entrata in pensione anticipata attraverso la struttura dell’Ape e lo sottoscrive nel documento molto chiaramente: ‘la Cgil non è d’accordo con questo strumento voluto dal Governo, perché è solo un meccanismo di prestito finanziario che non modifica la legge Fornero e aumenta le diseguaglianze’, in meccanismo in via di sperimentazione, comunque, della durata di due anni che ‘riguarda lavoratori e lavoratrici di età pari o superiore ai 63 anni, che a normativa vigente possono andare in pensione entro 3 anni e 7 mesi’, ma la Cgil non si ferma a questo e intende cambiare la Legge Fornero, centrando alcuni obiettivi quali: a) inserimento flessibilità lavoratori dai 62 i 70 anni di età; b) riattivare il requisito dei 41 anni per l’entrata alle pensioni di anzianità; c) utilizzare strutture concrete per i giovani e le carriere discontinue.

Facile a dirsi meno facile a farsi cambiare la legge Fornero 2011, probabilmente se ci fosse stata una alzata di scudi al momento dell’emanazione di tale legge non saremo al punto che siamo attualmente, con il tema previdenziale, l’acquiescenza dei sindacati e degli esponenti politici di ogni colore di allora non ha mosso un dito per contrastare questa iniqua riforma previdenziale che ha messo in ginocchio milioni di lavoratori e famiglie, contribuendo solo all’introito delle casse statali sulle spalle dei cittadini, e oggi si fa un gran parlare per modificare o cambiare tale legge, e come sempre in Italia si vuole chiudere la stalla dopo che i buoi hanno danneggiato ben bene l’economia italiana mettendo però al sicuro nelle tesorerie di Stato gli introiti derivanti dalla riforma pensionistica Fornero 2011! riparare a determinati errori così macroscopici ci vuole tempo e volontà di correggersi, quindi la piattaforma sindacale non venga oggi a sottolineare di voler cambiare la Legge Fornero 2011, poteva essere una valida barriera nel 2011 mentre attualmente sono solo parole buttate al vento, senza reale convinzione, in quanto si sa benissimo che lo Stato non rinuncerà mai a quegli 80 miliardi di euro, spalmati fino al 2020-21, che tale legge farà introitare! la conseguenza è: parlare di meno, agire di più!

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