Cesare Damiano Opzione Donna Ottava Salvaguardia non risolte

Cesare Damiano, Presidente Commissione Lavoro alla Camera, dopo l’incontro di ieri 14 ottobre tra Governo e Sindacati, ha fatto una disamina di ciò che è stato convenuto fra le due parti e che ha avuto conferme e delusioni per le decisioni intraprese, grazie anche al voltafaccia del Governo per quanto riguarda l’Ape Social che passa da 20 anni a 30 anni di contribuzione per accedervi, ma ciò che sottolinea Damiano è che alcune ‘criticità’, come si ostina a definirle, e cioè l’Ottava Salvaguardia e il regime sperimentale Opzione Donna non risolte, non hanno avuto risposte ma solo un silenzio sepolcrale alle loro ripetute richieste di ufficialità.

Le criticità non risolte Opzione Donna e Ottava salvaguardia
Cesare Damiano

Più che provvedimenti sembrano un rappezzamento mal riuscito del tema previdenziale, quasi fosse una situazione necessaria da risolvere ma senza la ferrea volontà di intaccare la legge Fornero 2011,  una flessibilità in uscita da aggiustare per dare il contentino prima del referendum costituzionale, ma ciò che è inaccettabile e incomprensibile che né esponenti politici né sindacali abbia profferito verbo su due categorie, quali lavoratori esodati e lavoratrici Opzione Donna, messe in un limbo ad aspettare chissà quale manna dal cielo invece di risposte coerenti e conclusivo dal Governo e considerarle ‘criticità’ è proprio fuori discussione! Non sono ‘criticità’ ma problemi che si possono e si devono risolvere il più urgentemente possibile!

Damiano ha così spiegato il suo punto di vista: ‘Le proposte del Governo sulla previdenza, comunicate nell’incontro con il sindacato, confermano l’impianto della manovra previsto nel verbale sottoscritto il 28 settembre, ma evidenziano alcune nuove criticità’ – ‘In attesa di avere dal Consiglio dei ministri di domani i testi dei provvedimenti e l’entità delle risorse che verranno impiegate – prosegue – sulla base delle notizie fin qui pervenute facciamo alcune prime osservazioni: la lista dei lavori ‘gravosi’ esaminata e completata oggi è positiva perché recepisce buona parte delle nostre richieste: risulta che siano compresi, tra gli altri, gli operai dell’edilizia, le maestre d’asilo e di scuola materna, gli infermieri, i macchinisti delle ferrovie e i camionisti. Categorie sottoposte a lavori particolarmente stressanti, che potranno accedere all’APE agevolata e rientreranno tra i lavoratori precoci che potranno andare in pensione con 41 anni di contributi (se avranno maturato 12 mesi di contributi prima dei 19 anni di età)’

Prosegue e conclude: ‘Le criticità riguardano l’APE normale, anche se il costo previsto del 7% all’anno è stato ridotto a meno del 5%; gli anni di contributi necessari per accedere all’APE agevolata (30 anni per i disoccupati e 36 per gli altri). Si tratta di una novità, mai apparsa prima nella discussione, che configura l’intervento come pensione di anzianità e non di vecchiaia (63+36, torniamo a quota 99?)’ – ‘Infine, non abbiamo notizie sull’ottava salvaguardia degli esodati e su Opzione Donna: si tratta di due temi, per noi essenziali, che fanno parte del pacchetto previdenziale e la cui soluzione influenzerà il giudizio complessivo sulla manovra. Non vorremmo che, come è già avvenuto nel passato, a qualcuno venisse in mente di attingere risorse dai Fondi appositamente costituiti per dirottarli per altri scopi’.

Fonte: PensioniBlog

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