Spi Cgil Lamonica Damiano divergenze Governo Ape

Difficile il confronto tra parti sociali e Governo, difficile il confronto tra minoranza dem e Governo quando si tratta del tema previdenziale, il punto focale sul quale è accentrato il dibattito è l’Ape, il prestito pensionistico per agevolare, si fa per dire, i lavoratori che vogliono accedere al pensionamento anticipato, l’Ape è uno strumento messo a punto dal Governo con l’ausilio di Tommaso Nannicini, sottosegretario Presidenza e  consigliere economico del premier Renzi,  ma trova resistenza e divergenza da parte dei sindacati, la Spi-Cgil, il cui segretario generale Vera Lamonica, sottolinea che il Governo anche se ha istituito un tavolo permanente con le parti sociali in effetti avrebbe già deciso per il prestito pensionistico e di conseguenza si potrebbe anche ovviare alle discussioni, mentre Cesare Damiano insiste e lotta per la sua proposta di legge che prevede 4 anni in meno per la flessibilità in uscita mentre con l’Ape sarebbero 3 in meno ma con le aggravanti del caso e cioè debito sulle spalle dei lavoratori che lo dovrebbero trascinare per almeno 20 anni con la rata che andrebbe decurtare il vitalizio pensionistico fino al 15% sull’importo.

Divergenze tra sindacati pensionati e Governo per Ape
SPI-CGIL

 

Vera Lamonica, segretario generale Spi-Cgil, ha dichiarato senza mezzi termine la sfiducia nel Governo, riguardante l’Ape,  affermando: ‘…una proposta di mutuo, cioè il lavoratore dovrebbe sottoscrivere un prestito con il sistema bancario e assicurativo‘, proseguendo, pungente: ‘E’ un’operazione che non ci piace, perché è inaccettabile il meccanismo di far pagare un quarto del valore della pensione a chi va via prima volontariamente.’  Lamonica ha ribadito il concetto che il Governo non ha nessuna intenzione di modificare la Legge Fornero e che sta giocando a nascondino sulla questione previdenziale dichiarando: ‘…se il Governo insistesse solo sulla linea dell’Ape, senza soffermarsi sulle questioni strutturali di riforma della Legge Fornero che noi avanziamo, fermo restando che l sistema attuale così com’è non funziona per chi deve andare in pensione e neanche per i giovani, vorrà dire che non si è trattato di un confronto vero, ma di un tavolo finto.‘; dichiarazioni che rispecchiano la poca voglia del Governo Renzi a intavolare dei confronti costruttivi con le parti sociali, in quanto fermamente decisi a condurre l’operazione Ape anche senza i consensi dei sindacati, un’altra prova di egemonia, di forzatura abbagliando i cittadini con gli ‘approfondimenti’ avuti al tavolo permanente con le parti sociali, ma senza intenzione di ‘ascoltare’ ma solo prendendone nota, ben sapendo  quale azione portare avanti e cioè il prestito pensionistico!

Cesare Damiano, presidente Commissione Lavoro alla Camera, dal canto suo continua la sua lotta per la flessibilità in uscita, non è assolutamente d’accordo sulla struttura dell’Ape, ieri,  15 luglio, si è tenuto un confronto con Tommaso Nannicini, sul tema ‘Agli anziani la pensione, ai giovani il lavoro’, dove è stato focalizzato il punto cruciale sul quale divergono le opinioni: prestito pensionistico. confronto che si è tenuto presso alla Summer School 2016 di Lavoro&Welfare a Rimini, l’associazione presieduta da Cesare Damiano; ma le divergenze saranno risolte con il confronto che si terrà domani 17 luglio unitamente al Ministro del Lavoro, Giuliano Poletti e la leader Cgil, Susanna Camusso, sempre sull’approfondimento della questione Ape? Cesare Damiano è fermamente convinto sulla sua proposta di legge che prevede 4 anni di uscita anticipata dal lavoro, mentre Giuliano Poletti si allinea con Tommaso Nannicini, affermando che con il prestito pensionistico gli anni di anticipo sulla pensione sono 3, senza tenere conto del debito a lungo termine, della decurtazione della rata, sul vitalizio pensionistico, di denaro versato dagli stessi lavoratori lungo la loro vita di lavoro, ma tant’è,  il Governo sembra ormai aver deciso, al di là di ogni approfondimento con le parti sociali, di portare avanti questa struttura al solo fine di risparmiare sui bilanci economici statali e facendo pagare al lavoratore l’ingiustizia sociale come d’abitudine!

Ariella Gibellato

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