Pensioni probabile rischio slittamento Quattordicesima?

Tito Boeri, Presidente dell’Inps, con le sue dichiarazioni sulla riforma previdenziale che aumenterebbe il debito pesantemente ha scatenato un putiferio di polemiche, tanto che il l’ex ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, ha chiesto spiegazioni sia a Pier Carlo Padoan, Ministro dell’Economia e delle Finanze, che a Giuliano Poletti, Ministro del Lavoro, affermazioni che non possono e non devono passare inosservate;  non solo,  La Repubblica, dopo le affermazioni di Boeri, ipotizza nuovamente che il Governo possa in qualche modo metter mano alla riforma pensionistica,  per soddisfare l’ultimatum della Commissione Europea che ha richiesto una manovra aggiuntiva pari a 3,4 miliardi di euro, e fra gli interventi sul tema previdenziale sembra probabile il rischio di uno slittamento della quattordicesima che dovrebbe essere erogata al 1° luglio ad una platea di pensionati più ampia.

Nel chiedere spiegazioni al Governo,m Maurizio Sacconi ricorda che: ‘la regolazione della contabilità pubblica impone una valutazione degli oneri in materia di previdenza per almeno dieci anni e comunque fino al momento in cui gli effetti delle nuove norme vanno a regime: La Ragioneria Generale dello Stato si avvale normalmente dello stesso Istituto di Previdenza per la prima stima delle dinamiche di spese’; affermazioni che impongono una risposta da parte del Ministro dell’Economia Padoan, se Boeri tuona che le riforma pensionistica pesa pesantemente sul bilancio sembra ovvio pensare che le cifre le abbia date giuste, quindi ora il Governo dovrebbe rispondere chiarendo la situazione e contrastando le dichiarazioni del Presidente dell’Inps, in questi casi il silenzio è tacito assenso  di una verità inconfutabile.

Tito Boeri ha anche messo in discussione la quattordicesima mensilità per una platea allargata di pensionati minimi e un aumento della stessa ai pensionati che già la percepiscono, La Repubblica in questi giorni ipotizza il fatto che probabilmente il Governo è tentato di mettere mano a qualche modifica della Legge di Stabilità, già approvata, alcuni punti dello spending review, e procrastinare facendo slittare la quattordicesima a chissà quando: si legge su La Repubblica: ‘IL DISCORSO era rimasto in sospeso, ma ora Bruxelles chiama: in tempi brevi il governo italiano deve aggiustare i conti pubblici. Servono circa 3,4 miliardi di euro, una manovra bis che vale lo 0,2 per cento del Prodotto interno lordo. La richiesta è piombata su Roma giusto la scorsa settimana e questa volta l’esecutivo non può più rinviare, dovrà mettere mano al portafoglio. Anche perché in caso contrario — la Commissione europea lo ha messo ben in chiaro nei contatti riservati delle ultime ore con il Tesoro — è pronta una procedura d’infrazione per deficit eccessivo a carico dell’Italia per il mancato rispetto della regola del debito. Un commissariamento per diversi anni sulle scelte di politica economica che il governo Gentiloni difficilmente potrà permettersi.’

E ovviamente chi dovrà sopportare questo pesante fardello, che Bruxelles mette sulle spalle italiane, saranno sempre i soliti, lavoratori e pensionati, mentre sono stati messi a disposizione ben 20 miliardi per salvare banche in difficoltà e per i quali la Commissione Europea viene considerata una spesa una tantum e non incide sul deficit strutturale; il cittadino italiano o si rassegna a questo stato inaccettabile di situazioni o dovrà confrontarsi, unitamente a dei sindacati decisi e fermi, opponendosi ai soprusi che sono costretti a subire!

Fonte: IlSussidiario-LaRepubblica

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