Esodati ottava salvaguardia Ddl presentato Governo avrà il coraggio di concludere?

Esodati, categoria di lavoratori che lotta per sopravvivere, senza alcun reddito né di lavoro né di pensione essendo lontano dai requisiti vigenti richiesti, esodati che stanno chiedendo a viva voce di concludere questa questione così tragica e drammatica con l’ottava salvaguardia che vede ancora il 12% di lavoratori fuori alle precedenti sette salvaguardie e si tratta di circa 29 mila unità, per l’ottava salvaguardia è stato presentato un ddl firmato sia da Cesare Damiano presidente Commissione Lavoro alla Camera che da Maria Luisa Gnecchi, capogruppo Pd Commissione Lavoro, richiedente che la questione sia definitivamente chiusa e non procrastinata ulteriormente come si è visto fare dal Governo, un Governo che dovrebbe avere il coraggio di chiudere questo capitolo infelice degli esodati, ma avrà il coraggio di concludere accettando e sottofirmando il ddl?

In un intervento dove spiegano chiaramente la questione, Cesare Damiano e Maria Luisa Gnecchi, affermano: ‘Abbiamo presentato una proposta di legge sull’ottava salvaguardia degli esodati per chiudere definitivamente la partita. Il fatto che su 92.729 pensioni finora liquidate con le sette salvaguardie precedenti ben l’88% sia collocato all’interno di un tetto di 3.000 euro lordi (non netti) al mese, è molto positivo perché vuol dire che abbiamo tutelato il ceto medio del lavoro e anche chi ha gli stipendi più bassi’; ciò non basta però, in quanto circa 29 mila esodati sono stati tagliati fuori dalle sette precedenti salvaguardie e hanno tutto il diritto di ottenere ciò che spetta loro e il Presidente con la capogruppo Pd Commissione Lavoro alla Camera, spingono il Governo presentando un ddl che il Governo non potrà ignorare e determinare la conclusione di questa questione che vede persone ridotte sul lastrico,  al limite della sopravvivenza intaccando il Trattamento di Fine Rapporto.

Damiano e la Gnecchi nel loro intervento non sottolineano solo la questione esodati ma anche Opzione Donna:, dichiarando:  ‘Oltre al problema della correzione delle leggi pensionistiche come quella del governo Monti, che hanno penalizzato fortemente i lavoratori, dobbiamo anche combattere contro alcune circolari dell’INPS che vanno al di là di quanto previsto dai testi di legge: ci riferiamo, ad esempio, a Opzione Donna, per la quale la riscrittura del testo di legge da ‘maturazione del requisito’ a ‘decorrenza del trattamento pensionistico’, ha allungato il periodo di permanenza al lavoro per le donne dai 15 ai 21 mesi (con il restringimento della platea delle beneficiarie), e ci è costato qualcosa come 2,5 miliardi di euro di copertura nell’ultima legge di Stabilità per includere nella normativa altre 36.000 lavoratrici”’;  anche questo, regime sperimentale Opzione Donna, un tasto dolente nel tema previdenziale, che vede questa categoria da anni in cerca di una soluzione tanto da indire una class action, grazie al Comitato Opzione Donna, per affrontare la situazione di fronte al Tar, il quale ha deliberato una sentenza il cui finale: ‘ il ricorso va accolto in parte con l’effetto che l’INPS dovrà adottare i necessari provvedimenti per fornire una risposta alle istanze delle interessate a mente della Carta di Servizi della quale lo stesso Istituto si è peraltro dotato’, dichiarando il proprio difetto giurisdizionale sulla class action invitando l’Inps ad inviare alle lavoratrici in tempi certi la possibilità di utilizzare o meno della pensione anticipata,, quindi un nulla di fatto!

Esodati presentato al Governo ddl per ottava salvaguardia
Esodati e ottava salvaguardia

Proseguono i due firmatari del ddl anche con la questione dei nati nel ’52:  ‘Che dire della circolare che riguarda i lavoratori privati nati nel ’52 e che potrebbero già fare domanda di pensione? Graziosamente l’INPS ha stabilito che queste persone dovevano essere al lavoro il 28 dicembre del 2011. Dove sta scritto? Chi ha avuto la disavventura di essere stato licenziato un giorno prima, pur avendo i requisiti anagrafici e contributivi, non potrà andare in pensione. Questa circolare penalizza proprio le persone senza lavoro già nel 2011 e che sarebbero andare in pensione nel 2013. Il Governo, che è impegnato nel confronto con il sindacato sul tema delle pensioni, dovrebbe dare una risposta su questo argomento, anche perché i lavoratori del ’52 potrebbero già fare domanda di pensionamento’; incongruenze burocratiche prive di elasticità nel concedere magari per un giorno prima la pensione quindi come dire: cornuti e mazziati! da un Governo giusto ed equo ci si aspetterebbe un minimo di comprensione verso le categorie più deboli, invece si nota solo un disinteresse assoluto e totale, inconcepibile e assurdo!

La conclusioni a cui pervengono Damiano e la Gnecchi sono le seguenti:La somma di tutte queste ingiustizie, piccole e grandi, è quella che allontana i cittadini dalla politica e, come si è visto, punisce il governo nel voto‘; più che punire il Governo sul voto, punisce il cittadino che ovviamente perdendo la fiducia nelle istituzioni e nel governo in carica e si guarda bene di assegnare la propria arma inoffensiva ma letale del voto per chiunque partito sbagli procedendo nell’ingiustizia totale, più che al voto, e si parla del referendum costituzionale indetto per ottobre, il Governo dovrebbe prendere delle decisioni verso quelle categorie di lavoratori e pensionati che per anni ha abilmente dimenticato, facendo promesse aleatorie senza concretezze, un Governo che prima pensa al proprio interesse e cioè ai voti e fiducia persi piuttosto che preoccuparsi di risolvere temi importanti quali lavoro, pensioni, quasi un ricatto perpetrato ai fini di acquisire quei voti e fiducia persi per strada.

Ariella Gibellato

Fonte: PensioniBlog

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