Damiano scenario politico europeo contrastante riforma pensioni

Giusto dare uno sguardo ai tre ‘grandi’ che si sono incontrati a Ventotene, a bordo di una portaerei, certamente non simbolo di pace, tre ‘grandi’ che avevano interessi diversi da quelli che i cittadini sia spettano la teutonica Merkel in cerca di approvazioni per l’immigrazione in Germania, nel 2017 deve raccogliere voti per la sua quarta elezione, Hollande per quanto riguarda la sicurezza e il premier Renzi per il referendum costituzionale e non perdere la poltrona di comando, tutti tre preoccupati per i propri interessi personali, tre personaggi in cerca di consensi europei per loro stessi e non per i cittadini che rappresentano, uno scenario politico europeo squallido che getta ombre anche sulla riforma pensioni che ci si attende per settembre; Cesare Damiano, presidente Commissione Lavoro alla Camera sottolinea il fatto che Matteo Renzi deve mettere ordine nelle priorità e fra queste capolinea deve essere la riforma pensioni, nonostante si aspetti le decisioni della Commissione europea.

Uno squallido quadro politico europeo in contrasto riforma pensioni
Hollande Merkel Renzi il trio squallido

Così Cesare Damiano in suo intervento: ‘La giusta battaglia di Renzi per la flessibilità dei conti ha spuntato, per il momento, un magro bottino. L’algida Merkel a Ventotene non si è fatta commuovere dalle nostre argomentazioni e la strada sarà ancora lunga. Il tutto è rimandato, com’era prevedibile, alle decisioni della Commissione europea. Il rischio che la battaglia per le risorse nella legge di Bilancio diventi incandescente, c’è tutto’ – ‘Intanto da alcuni ministri sono partiti in questi giorni segnali contraddittori e occorre, quindi, che Renzi metta un po’ di ordine nelle priorità. Calenda pretenderebbe di rimandare la questione sociale ad un ipotetico secondo tempo, per concentrare le risorse esclusivamente su investimenti e produttività: una scelta miope e inaccettabile che il Premier ha corretto ‘a sinistra’ confermando l’intenzione di dare dei soldi ai pensionati’.

Damiano prosegue e conclude: ‘Ma anche questo non basta: c’è da risolvere la questione della flessibilità previdenziale, del cumulo gratuito dei contributi e della no tax area dei pensionati, oltre all’incremento della loro quattordicesima. Misure che hanno bisogno, almeno, di 2 miliardi di euro. Su questa ‘agenda sociale’ si gioca la partita politica del prossimo autunno, Referendum compreso

Saranno battaglie dure a settembre per strappare quelle soluzioni che parecchie categorie di pensionati e pensionandi attendono dall’Esecutivo, battaglie tese ad un miglioramento della vita di milioni di persone che, con la scusa di risorse finanziarie inefficaci, probabilmente non vedranno la luce fuori dal tunnel in cui vivono ormai da parecchi anni, i contrasti esistenti all’interno del Parlamento sono indice di una verità inconfutabile secondo alcuni politici: prima della riforma pensioni si deve anteporre crescita e investimenti, anche se il premier Renzi ha dichiarato, affermando che prima di ogni altro intervento, bisogna dare soldi ai pensionati, ma le sue affermazioni vengono da un voltagabbana ormai conclamato,  teso unicamente a non perdere quella poltrona su cui si è assiso senza il consenso popolare; la riforma pensioni è in un momento delicato e dopo tante e tante promesse ancora non ci vi è alcuna certezza che a settembre si concluderà per il meglio, anzi sembrerebbe che si allontani sempre più la speranza di risanare quella iniqua legge Fornero 2011 che ha messo l’Italia in ginocchio!

Fonte: PensioniBlog

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