Contributi silenti Inps truffa legalizzata Stato

Cosa sono i contributi silenti Inps? che parte ha avuto la Riforma pensionistica Fornero 2011 in questa che possiamo chiamare truffa legalizzata dello Stato? si possono recuperare questi contributi versati cessando la propria attività, sia dipendente che imprenditoriale, e non raggiungendo i requisiti imposti per maturare il diritto alla pensione? e che fine fanno questi contributi silenti? Infatti per la pensione di vecchiaia è necessario maturare 20 anni di contribuzione e che siano versati nella medesima cassa previdenziale sia essa Inps, Inpdap, Inpgi etc etc.; si ipotizza un caso che un lavoratore, iscritto alla gestione separata Inps, sia esso dipendente o imprenditore, cessi la propria attività lavorativa prima del perfezionamento del requisito contributivo che serve a maturare il diritto al trattamento pensionistico che fine fanno i contributi versati che non hanno fatto maturare il diritto alla pensione?

Infatti i lavoratori che non riescono raggiungere l’anzianità contributiva minima non perdono solo la pensioni di anzianità ma anche i contributi versati per i quali non esiste modo di farseli restituire, per questo definiti contributi silenti e bisogna sottolineare che per l’Inps e per lo stato portano un introito notevole senza dare nulla in cambio, la conseguenza logica è una vera e propria truffa legalizzata e la casta politica e i sindacati non ne parlano ma spingono  per il precariato poiché questo fa incrementare i contributi silenti, per un semplice motivo: c’è una bassissima percentuale di lavoratori che riesce raggiungere  i requisiti necessari per arrivare al trattamento pensionistico.

Il poco impatto mediatico è causato dal silenzio che oppongono i politici a questo problema ovviamente perché le casse statali ne beneficiano, infatti l’Inps, secondo alcune autorevoli fonti, incassa ben 8 miliardi di euro l’anno, restituendo solo 300 milioni di euro senza che nessuno alzi lo scudo per impedire questa truffa e sopruso ai danni di cittadini inermi, un esempio lampante è la categoria delle quindicenni che da 5 anni lottano per avere il diritto di entrare in pensionamento, a questo proposito postiamo un articolo di Leggi Oggi dove si spiegano in dettaglio cosa significano i contributi silenti.

TRUFFA LEGALIZZATA STATO CONTRIBUTI SILENTI QUINDICENNI INSEGNANO
CONTRIBUTI SILENTI

Articolo di Leggo Oggi del 5 febbraio 2013 scritto dalla Redazione:

Pensioni silenti, come ricevere il proprio posto sulla “scialuppa” di salvataggio. Dopo che è venuto a galla lo scandalo che che coinvolgerebbe milioni di contribuenti, per un esborso richiesto al’Inps commisurato in circa 10 miliardi di euro, ecco la nuova circolare-salvagente dell’Istituto di previdenza.

Con il documento passato in archivio lo scorso primo febbraio, l’ente di previdenza e assistenza nazionale ha emanato le direttive per attivare le “Deroghe all’elevazione dei requisiti di assicurazioni e di contribuzione“, come da oggetto della circolare.

Il caso dei contributi silenti era esploso a seguito del sospetto che, con la riforma Fornero, le vecchie regole dei quindici anni di contributi per chi era sottoposto al regime dellariforma Amato non fossero più valide. In particolare, ciò era apparso corrispondente a verità soprattutto a seguito delle circolari Inps emesse nel marzo 2012.

In sostanza, la nuova legge sulla previdenza ha introdotto come minimo contributivo i 20 anni, a fronte del requisito anagrafico da accompagnare ai versamenti. Così, a differenza delle riforme precedenti, sembra che quella firmata da Elsa Fornero non contenesse le indicazioni necessarie per confermare il regime dei 15 anni per coloro che al 1992 – anno della legge Amato – ne erano sottoposti. Una linea che trovava conferma, come detto, nelle circolari di 12 mesi fa. Ora, però, pare essersi imboccata la strada opposta, a fronte delle cifre enormi emerse dopo i primi conteggi dei lavoratori coinvolti.

Così, a seguito dell’àncora lanciata verso i cosiddetti “quindicenni” – ossia coloro che al 1992 avevano versato già 15 anni di contributi – cui veniva consentito di andare in pensione con le vecchie regole, ora l’Inps specifica tutte le informazioni per inoltrare richiesta di accesso al trattamento pensionistico con i precedenti requisiti.

A questo proposito, l’ente pensionistico specifica che, circa la legge Amato “le disposizioni di cui all’articolo 2, con del 1992 operano anche a seguito dell’entrata in vigore della legge n 214 del 2011, in quanto dette norme non risultano espressamente abrogate“.

La vera sorpresa che emerge dalla circolare è però l’inclusione, nel novero dei “salvaguardati” degli iscritti alla gestione fu Inpdap, una precisazione che sicuramente tiene conto degli esuberi già messi in programma dal ministro Patroni Griffi.

C’è, poi, un ulteriore punto da sottolineare, che consta nell’adeguamento necessario nei termini di speranza di vita anche per gli stessi quindicenni i quali, così, dovranno concludere la propria carriera lavorativa non prima dei 62 anni.

Il documento emesso dall’Inps contiene anche tutte le specifiche per le singole sedi locali al fine di accogliere le istanze presentate, come sbrogliare le vertenze ancora pendenti, convogliandole verso il trattamento pensionistico e, infine, le informazioni sulla nuova valutazione da compiere sulle domande respinte’.

Fonte: LeggiOggi-pazzoweb5stelle

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